A Tavarnelle torna la figura dell’orologiaio, un mestiere senza ‘tempo’ che fa incontrare tradizione e innovazione, arte e ingegneria
A Tavarnelle la storia secolare che abbraccia l’antica tradizione artigianale degli orologiai, maestri di precisione abili nel costruire e riparare oggetti di ogni genere, dagli orologi da torre agli orologi da tasca, è più forte di ogni rintocco del tempo. In origine, come attestano le documentazioni dell’epoca, furono le quattro famiglie Pistelli, vissute a cavallo tra Settecento e Ottocento, di cui capostipite era Lorenzo, poi ereditate dagli figli e nipoti tra cui Vincenzo e Ignazio, ad introdurre l’arte dell’orologeria nel territorio di Barberino Tavarnelle e a passare il testimone di generazione in generazione laddove questo mestiere aveva messo lunghe radici, insieme ai barrocciai, ai fornai, ai calzolai, ai falegnami, ai fabbri, ai muratori, e pulsava di vitalità economica.
Era il borgo di Tavarnelle, particolarmente dinamico nel diciottesimo secolo, abitato da numerose attività artigianali che popolavano la Strada Regia Romana (oggi via Roma), via di passaggio, ricca di punti di sosta e ‘tabernulae’ che davano ristoro a viandanti e mercanti che transitavano da Firenze a Roma. Una passione tavarnellina, dunque, che viene da lontano e non ha mai smesso di raccontarsi e testimoniare la creatività e la manualità della figura dell’orologiaio fino agli artigiani contemporanei, rappresentanti di un’arte ‘controcorrente’ che ha quantificato il tempo attraverso la costruzione di meccanismi sempre più moderni e sofisticati senza mai lasciare indietro la pratica artigianale che è la vera essenza dell’orologeria.
Nell’era dell’istante che fugge, del mondo che gira ad una velocità vertiginosa, la professione che si alimenta di pazienza e amore per l’orologio, è tornata ad affermare la propria identità territoriale e, come accadeva un tempo, ad arricchire via Roma, nel cuore commerciale di Tavarnelle. Una nuova attività ha alzato la saracinesca ed è quella di Mario Bilenchi, specializzato nel restauro degli orologi da tavolo dei secoli XVII-XVIII e XIX. L’orologiaio che ha appena inaugurato il suo atelier di riparazione, restauro e costruzione di orologi, alla presenza del sindaco Baroncelli, raccoglie il testimone dell’ultimo professionista, andato in pensione da qualche anno, Alessandro Mori che lavorava nel laboratorio, situato in via I Maggio.
Scienza e innovazione, tradizione e modernità continuano a dare profondità al tempo che passa, con un nuovo custode dell’arte ingegneristica che misura lo scandire delle ore. “Ogni orologio antico, ogni pendola, ogni opera d’arte – dichiara il sindaco David Baroncelli - che torna in vita dal passato grazie alla tecnica, alle competenze e alla passione dell’orologiaio è un pezzo di storia, un mosaico di ricordi di un tempo lontano che risorge e prosegue il suo cammino nella contemporaneità, come dimostra il grande orologio a torre che domina dall’alto via Roma, realizzato dalla famiglia Pistelli nel corso dell’Ottocento. Siamo felici che questa professione, una delle tante a rischio di scomparsa, possa conoscere un nuovo slancio e rafforzare il filo di una tradizione che ha caratterizzato la cultura dell’artigianato locale e determinato uno percorso di sviluppo longevo nato dalla meccanica del cuore delle famiglie degli orologiai tavarnellini”.
